“Sembra coerente l’adozione di una rigorosa e chiara politica di legalizzazione della vendita della cannabis, accompagnata da una parallela azione a livello internazionale e in particolare europeo, che consenta la creazione, in prospettiva, di una più ampia aerea in cui il fenomeno sia regolato in modo omogeneo.”
Il giugno del 2017 nella relazione annuale, come nelle relazioni degli anni precedenti, la Direzione Nazionale Antimafia sottolineava la necessità di adottare provvedimenti legislativi per la legalizzazione delle droghe leggere.
Proprio un anno prima il Procuratore Antimafia Franco Roberti in una relazione alla Camera spiegava che è attraverso la legalizzazione delle droghe leggere che “si combattono i produttori talebani afghani e i clan che hanno saldamente in mano il monopolio del traffico”.
L’approccio proibizionista del nostro paese ha portato a conseguenze sproporzionate che hanno colpito solamente giovani con mezzi di repressione costosissimi in termini di risorse e ingolfando tribunali, mentre gli introiti della criminalità organizzata sono continuati a rimanere uguali o addirittura ad aumentare.
In Italia ci sono milioni di consumatori che devono necessariamente rivolgersi al mercato criminale o devono coltivare cannabis a casa rischiando fino a 6 anni di carcere. Tra di loro, innanzitutto, anche persone che utilizzano la cannabis a scopo terapeutico.
Il referendum, che ha lo scopo di depenalizzare la coltivazione per uso personale eliminando il carcere per qualunque condotta “illecita” relativa alla Cannabis, ovviamente con l’esclusione della “associazione finalizzata al traffico illecito”, è un primo passo importante per aprire un dibattito serio a livello italiano ed europeo per la legalizzazione delle droghe leggere nelle mani dello Stato.
Eliminare introiti alla criminalità indirizzando l’azione di repressione nei confronti delle droghe pesanti e di attività mafiosi sempre più preoccupanti, controllare il mercato delle droghe leggere e le sostanze che vengono utilizzate, dare la possibilità di utilizzarla liberamente innanzitutto per scopo terapeutico sono solo alcuni dei motivi per firmare e
sostenere questo referendum.
Dopo anni di falsità, immobilismo e sprechi è ora di piantarla; è ora di legalizzarla.